Le nuove tecnologie e gli strumenti digitali hanno profondamente trasformato il tessuto delle nostre vite. Se da un lato l’intelligenza artificiale e le nuove tecnologie promettono cambiamenti radicali nel panorama lavorativo, è altrettanto vero che una delle competenze più richieste nei prossimi cinque anni sarà l’empatia. Questa caratteristica umana, spesso sottovalutata nella corsa verso la digitalizzazione, si rivelerà fondamentale nel plasmare il futuro del lavoro. Questo articolo si propone di offrire un’analisi costruttiva delle dinamiche del mercato del lavoro del 2024, esplorando come le nuove tecnologie stiano ridefinendo le professioni e mettendo in luce l’importanza crescente dell’empatia nell’ambito professionale.

Ecco le tendenze del mondo del lavoro nel 2024

LinkedIn, sin dalla sua fondazione, si impegna a mettere in contatto tra loro i professionisti globali per favorire la produttività e il successo. Recentemente, ha compilato una classifica sulle tendenze del mercato del lavoro nel 2024. La lista include una combinazione di professioni vecchie e nuove, alcuni esistenti da tempo (come addetto allo sviluppo commerciale e responsabile acquisti), altri che rappresentano aggiornamenti di ruoli attuali (come data engineer e sviluppatore back-end) e infine, nuove figure professionali (come ingegnere dell’intelligenza artificiale e consulente Cloud).

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Secondo i dati di LinkedIn, gli skill set richiesti per le professioni sono cambiati del 25% dal 2015, con una previsione di ulteriori modifiche del 65% entro il 2030 a livello globale.

Dai dati emerge come l’intelligenza artificiale inaugurerà una nuova era del lavoro, rendendo, al contrario di quello che si può pensare, il mondo del lavoro più umano. L’intelligenza artificiale valorizza le competenze, facilita l’innovazione collaborativa e ridefinisce il percorso di carriera.

Etica nell’era dell’intelligenza artificiale

L’incremento dell’uso dell’intelligenza artificiale generativa nel mercato del lavoro richiede fiducia, sta evolvendo rapidamente e comporterà trasformazioni imprevedibili. Sussiste ancora una diffusa preoccupazione in merito. Secondo i dati di People at work dell’ADP Research Institute, il 13% dei lavoratori italiani prevede che l’utilizzo dell’intelligenza artificiale diventerà normale nei prossimi cinque anni, portando a una riduzione delle attività manuali. Gli uomini mostrano una maggiore preoccupazione (15%) rispetto alle donne (11%), con la fascia 18-24 anni come la più inquieta (21,5%), in contrasto con il 10% degli over 45.

Per quanto riguarda i settori, gli operatori finanziari (19%), i servizi professionali (18%), il manifatturiero (17%) e il settore IT e telecomunicazioni (17%) sono i più incerti. Seguono gli operatori del real estate (15%) e del comparto media e informazione (15%).

La tendenza sul mercato del lavoro per il 2024 deve puntare sull’empatia

Secondo le stime ADP, nonostante i 6,36 milioni di disoccupati nel mercato del lavoro, le aziende incontrano difficoltà nel colmare le posizioni vacanti. I problemi potrebbero derivare da una discrepanza tra le competenze richieste e l’istruzione disponibile, con una crescente necessità di competenze nelle nuove tecnologie e nell’intelligenza artificiale. In risposta, i datori di lavoro dovrebbero concentrarsi sulla costruzione delle competenze anziché solo sulla ricerca di profili preesistenti.

Le competenze manageriali e umane emergono come cruciali per il futuro del lavoro, secondo il 22% degli italiani intervistati da ADP e il 44% percepisce che il proprio datore di lavoro stia investendo nelle competenze necessarie per il progresso professionale. Di fronte ad alcune professioni che spariscono e altre che nascono, le competenze necessarie nei prossimi cinque anni includono l’empatia (25%), l’abilità manageriale (23%) e le lingue straniere (21%), di contro le aziende dovranno aumentare l’opportunità di formazione.

In conclusione, nella rapida trasformazione del lavoro attraverso le nuove tecnologie, l’empatia emerge come un pilastro fondamentale. L’adattamento alle sfide richiederà non solo competenze tecniche, ma anche una consapevolezza umana e etica, evidenziando la necessità di una formazione continua e di investimenti nelle competenze del futuro.

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Carlotta Vercesi

Carlotta Vercesi

Parlo della nostra società e di come essa comunica. Il mio obiettivo è di scardinare la narrazione catastrofista e di raccontare le buone idee senza dimenticare i piani politici, sociali, economici. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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